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La religione cavalca la politica

In una società sempre più laicizzata, la religione affronta la minaccia della sua sopravvivenza alleandosi ancora di più con la politica.

Libero Gentili

11/17/20258 min leggere

Il processo di laicizzazione della società ha assunto un'importanza crescente nelle società moderne, caratterizzando un cambiamento significativo nel modo in cui le religioni interagiscono con gli aspetti della vita civile e politica. Questo fenomeno si è sviluppato in risposta a vari fattori, tra cui l'educazione, i progressi scientifici e l'emergere di valori umanisti che promuovono un approccio razionale all'esistenza.

L'educazione ha giocato un ruolo cruciale nel processo di laicizzazione delle società contemporanee. Strutture educative laiche, sempre più diffuse, hanno contribuito a formare una generazione di individui capaci di pensare criticamente e di valutare le informazioni senza l'influenza delle dottrine religiose. Attraverso un curriculum inclusivo, le scuole hanno iniziato a presentare diverse prospettive sul mondo, alimentando un dialogo aperto che incoraggia gli studenti a esplorare idee al di fuori di un contesto religioso tradizionale.

In aggiunta, i progressi scientifici hanno destabilizzato molte credenze religiose, mettendo in discussione narrazioni che erano storicamente prevalenti nelle spiegazioni del mondo naturale. La spiegazione scientifica di fenomeni precedentemente attribuiti a interventi divini ha spinto sempre più persone a riconoscere la validità della razionalità e della logica come strumenti di comprensione. Questa evoluzione ha alimentato un crescente scetticismo nei confronti delle autorità religiose e ha incoraggiato una reazione positiva nei riguardi della scienza e della tecnologia.

Quindi, egli ultimi anni, si è osservato un crescente interesse da parte della religione nella sfera pubblica e nella politica. Questo fenomeno non deve sorprendere, dato che le dinamiche sociali e culturali stanno evolvendo in modi inaspettati. La religione, tradizionalmente vista come un aspetto privato della vita degli individui, sta riemergendo come una forza significativa nel dibattito politico. Le organizzazioni religiose, spesso radicate nelle comunità locali, stanno adottando un ruolo più attivo, cercando di influenzare le politiche pubbliche e le elezioni attraverso vari canali

I partiti politici, in particolare, cercano frequentemente di capitalizzare il potere influente della religione nella formazione di basi elettorali solide. Molti partiti si rivolgono a comunità religiose per ottenere sostegno, sfruttando nazionalismi o valori etici condivisi.

Ad esempio, alcuni partiti di destra in vari paesi tendono a identificarsi con valori conservatori che trovano radici nel credo religioso. Questo approccio non solo consente di attrarre votanti con uno sfondo religioso, ma può anche rinsaldare un’identità culturale percepita come minacciata da processi di laicizzazione e globalizzazione. Tuttavia, l'alleanza tra religione e politica presenta sfide significative, tra cui il rischio di alienare elettori laici e i conflitti interni tra diverse fedi religiose.

La connessione tra religione e politica può portare a conseguenze significative, alcune delle quali si riflettono sia a livello sociale che individuale. Quando una religione si integra strettamente nelle strutture politiche, il risultato può essere una limitazione della democrazia e una restrizione delle libertà personali. La predominanza di un’ideologia religiosa nel governo può sfociare in leggi e politiche che favoriscono un gruppo specifico, marginalizzando le voci di minoranze e riducendo il pluralismo. Questo non solo minaccia la coesione sociale, ma può anche portare a conflitti e tensioni tra diverse fedi e tradizioni culturali.

Le leggi influenzate da determinate credenze religiose possono violare i diritti civili e umani. Per esempio, in alcuni contesti, possono essere imposte sanzioni per attività considerate non conformi alle norme religiose, danneggiando i diritti individuali e la dignità delle persone.Questo è chiaramente evidente negli Stati Uniti con la penalizzazione dell’aborto

Un altro aspetto rilevante riguarda la tolleranza e il rispetto per la diversità. In una società dove la religione e la politica sono strettamente interconnesse, la pluralità può essere vista come una minaccia anziché un'opportunità di dialogo. Le istituzioni politiche potrebbero adottare una posizione inflessibile nei confronti di alternative religiose, ostacolando il dialogo interculturale e la comprensione reciproca. Ciò può indurre a una polarizzazione sociale, in cui le differenze vengono accentuate piuttosto che rispettate, portando a un deterioramento della qualità della democrazia e della vita civica.

In un contesto in cui le istituzioni vengono percepite come instabili e i valori fondamentali della democrazia sembrano essere messi alla prova, è essenziale esaminare questi sentimenti. Le manifestazioni di dissenso, sia pacifiche che tumultuose, avvengono in risposta a quello che molti vedono come un deterioramento della coesione sociale, che potrebbero avere ripercussioni significative sia nel breve che nel lungo termine.

E su questa analogia del clima divisivo che intacca il principio di cittadinanza democratica, restringe i diritti come storicamente affermatisi, riduce la natura multirazziale e multietnica del Paese a favore della cosiddetta «società bianca», inficia i grandi temi dell’agenda pubblica, e ridefinisce in senso limitativo il rapporto tra autorità, libertà e giustizia, con il rischio di forme di democrazia «autoritaria»; quindi su tutte queste conseguenze si stanno già formando delle ipotesi di ritorno ad un conflitto cruento.

I partiti devono ora far fronte a correnti di pensiero divergenti tra i propri membri e sostenitori, che potrebbero incrementare le tensioni interne, e soprattutto la nazione non dovrebbe essere guidata da un presidente e dai suoi collaboratori che attualmente dimostrano di essere il principale terreno di promozione della guerra politica in corso e delle leggi limitative dei diritti.
E, cosa più importante da considerare, è come questa situazione possa influenzare le politiche internazionali, cioè detto in maniera molto, molto semplice e per niente accademica, influenzare pericolosamente anche la nostra politica interna, deteriorando la qualità della nostra vita.

Quando assistiamo a queste notizie che attraverso la stampa e i media arrivano a casa nostra, le consideriamo come una sorta di intrattenimento, qualcosa che, data la grande distanza geografica, non ci riguarda minimamente e di cui possiamo tranquillamente disinteressarcene. E, purtroppo... non è proprio così, perché oggi le distanze geografiche non condizionano più, cioè non hanno influenza sulla geopolitica; per cui eventi rovinosi che si manifestano in una società distante dalla nostra... attraverso l’immancabile sistema di alleanze che si instaurano a livello internazionale, trasportano quelle condizioni anche a casa nostra, minacciando il nostro futuro.

Se da una parte l’avvento delle comunicazioni facilitate tramite l’uso della rete offrono un modo immediato per comunicare, supportando anche lo sviluppo delle abilità socio-relazionali, cioè le email, la messaggistica istantanea e le live chat, i social network, i forum e i gruppi di discussione, la telefonia via Internet (VoIP), la videoconferenza, i siti web e i blog, e la condivisione di contenuti multimediali, facendo sì che un posto distante da noi migliaia di chilometri possa essere considerato nelle immediate vicinanze... non vedo perché, allo stesso modo, situazioni pericolose e preoccupanti debbano essere considerate come appartenenti ad un altro pianeta lontano da noi.

“Vicino”, un aggettivo che fino a poco tempo fa significava poco distante da un luogo o da un avvenimento, oggi ha acquistato un significato molto più ampio, rispondendo a requisiti non più di natura spaziale. Ma, aldilà di questa digressione, sulla quale sarebbe bene focalizzare di tanto in tanto il nostro ragionamento, torniamo all’evolversi della situazione della quale ci stiamo interessando: l’attuale situazione politica e sociale negli Stati Uniti.

La metafora dell'“armatura di Dio”, originaria del Nuovo Testamento, è frequentemente utilizzata da chi si identifica con la comunità evangelica per evocare un’immagine di resistenza e combattimento contro forze avverse. Secondo la tradizione biblica, indossare l'armatura diviene un atto di protezione spirituale, diffondendo l'idea che i credenti siano coinvolti in una sorta di battaglia tra il bene e il male. Questa visione ha trovato forte risonanza in contesti politici, specialmente in periodi di grande tensione sociale e culturale.

Essa non solo riflette la volontà di combattere le ingiustizie, ma può anche portare a una sorta di isolamento, dove la comunità si rivolge verso la visione nostalgica di un'era di purità cristiana. In questo contesto, risulta fondamentale valutare le conseguenze morali e spirituali legate a tale impiego: cioè, si nutre un'interpretazione che pone i cristiani come guerrieri, o si promuove una visione che enfatizza la compassione e il perdono?

Le risposte a queste domande arricchiscono il dibattito sull'identità evangelica e il suo ruolo nel panorama politico contemporaneo. Il ruolo degli evangelici nella politica americana è diventato sempre più rilevante, specialmente negli ultimi decenni.

Questi gruppi religiosi, che rappresentano una componente significativa della popolazione statunitense, hanno esercitato una notevole influenza sulla direzione della politica, in particolare nel contesto delle elezioni presidenziali e della legislazione su questioni sociali. La loro mobilitazione si intensifica in particolari momenti critici, come dimostrato dalle reazioni suscitate dalla morte di Kirk, un influente leader evangelico. Gli evangelici si sono spesso allineati con i valori conservatori, ponendo enfasi su questioni quali la famiglia, la vita e la libertà religiosa. Tuttavia, la loro motivazione non si limita a questioni etiche; spesse volte si interseca con ideologie politiche più ampie.

L’alleanza tra la comunità evangelica e la politica repubblicana ha radici storiche, risalenti ai movimenti religiosi del XX secolo, che hanno spinto per un ritorno a valori percepiti come tradizionali. Nella puntata dedicata agli influencer nel contesto religioso, ho parlato del “Dominionismo”. (per ascoltare l'episodio Podcast collegati al link https://youtu.be/IcdP9HaC8HI).
Il termine si basa su un passaggio biblico della Genesi, che dice che Dio ha dato all’umanità il dominio su “tutta la terra” e “ogni cosa vivente”. Non mi soffermo di nuovo sull’argomento. Se vi interessa potere ascoltarlo nella terza puntata dedicata agli influencer.

Quindi oggi, negli Stati Uniti viene usato per descrivere l’idea che il governo dovrebbe essere fatto dai cristiani e dovrebbe essere basato su principi cristiani.
Tesi assolutamente seguita dalla destra radicale repubblicana attualmente al governo.Un esempio significativo dell'influenza evangelica può essere visto durante le elezioni presidenziali, dove i leader evangelici hanno mobilitato le loro congregazioni per sostenere candidati che riflettono le loro credenze. L’intensificarsi di tali forme di attivismo politico ha contribuito a determinare il successo di alcuni candidati, dimostrando così il potere di voto e la capacità organizzativa di questi gruppi. Contemporaneamente, la morte di Kirk ha riacceso il dibattito su come la leadership evangelica possa orientare il futuro della politica americana.

In questo contesto, è cruciale comprendere non solo le motivazioni, ma anche le implicazioni delle azioni evangeliche, specialmente quando si tratta di affrontare questioni divisive che interessano la società nel suo complesso. La loro voce continua a essere un attore principale nel panorama politico, con la capacità di influenzare decisioni e politiche che riguardano tutti i cittadini americani.

Personalmente, sono fortemente convinto che, nel contesto generale il cristianesimo, nel corso di questi ultimi anni si stia confrontando con l’emergere della visione laica. Questa emergenza ha portato ad incrinare i suoi antichi principi fondamentali nell’attuale visione moderna del mondo, cioè l'amore verso Dio come principio centrale, la fede in Cristo e la salvezza dell’umanità non sulle risorse che la natura offre a ciascuno di noi, bensì attraverso la morte e la resurrezione di Cristo, la speranza nella vita eterna e l'insegnamento della Bibbia.

Così, per poter sopravvivere per almeno ancora duemila anni, la struttura gerarchica della fede, cioè l'organizzazione interna e l'autorità della Chiesa, specialmente quella cattolica, stia guardando - ancora di più di quanto è avvenuto nel corso della storia -, a nuovi equilibri e soprattutto nuove alleanze tra religione e politica su temi che interessano la dimensione individuale e collettiva delle società del XXI secolo.

In questo clima di precarietà, è fondamentale, però, monitorare come le forze politiche, non solamente la destra per la quale il motto è ancora: “Dio, Patria, Famiglia” ma tutte le forze politiche risponderanno. Le reazioni pubbliche potrebbero non solo caratterizzare il presente, ma anche definire le traiettorie future.
La strada davanti a noi appare incerta, ma cruciale sarà il modo in cui tutti i leader e la popolazione stessa affronteranno queste sfide, plasmando un futuro che continua a oscillare tra speranza e rischio.

Le istituzioni religiose dovranno ripensare il loro approccio e la loro comunicazione, cercando un dialogo costruttivo con una società sempre più laica. Allo stesso tempo, sarà cruciale considerare il ruolo della politica nel promuovere un ambiente di rispetto e una coesistenza pacifica tra le diverse fedi e le visioni laiche per costruire un tessuto sociale coeso.

Questo articolo può essere ascoltato anche in formato Podcast al link https://youtu.be/P8KD2aOi1SM